rootshighway April 2005:

 
 
 
 

Trailer Trash
All Those Trailer Park Sweethearts
(Trailer Trash 2005)


http://www.rootshighway.it/Shortcuts/short.htm


In una confezione molto curata, con libretto e testi annessi, ci arriva questo interessante All Those Trailer Park Sweethearts, ulteriore dimostrazione dell'amore sconfinato per i polverosi suoni americani da parte della scena tedesca e centro-europea in generale. Abbiamo imparato a riconoscere questo particolare feeling attraverso i numerosi tour e le altrettante produzioni ospitare in Germania, non ci siamo mai soffermati troppo sul movimento locale. L'eccezione è giunta lo scorso anno con l'ottimo Markus Rill su Blue Rose: guarda caso è proprio quest'ultimo a suggerirci l'ascolto dei Trailer Trash, quartetto di Würzburg dedito ad un roots rock pastoso e malinconico, cantato in lingua inglese. Rill è anche ospite in un paio di episodi (Omaha Beach, Hobo Moon) al mandolino e chitarra acustica. Animatore del progetto e autore principale Christian Fest (voce, chitarre, armonica) insieme a Patrik Gröhn (chitarra solista), Gerald Fuchs (basso) e Gerhard Jablonsky (batteria). Gli undici brani non spiccano per intuizioni rivoluzionarie, sembrano piuttosto omaggiare i cugini americani con un country rock straccione, volutamente dimesso, che ha il sapore delle uscite periferiche e dei b records. Tra i difetti più evidenti una voce, quella di Fest, assai poco appariscente e monocorde, che tende ad appiattire la carica dei brani più rock'n'roll (Fifth Rifle, Texas Boy, Trailer Park Sweetheart), in aggiunta ad un suono generalmente un po' sfilacciato, che manca spesso di mordente. Detto questo, la stoffa c'è (vedi Night Wraps Around You o certe ballate in chiaroscuro come Hobo Moon e Parchman Farm) e specialmente sul fronte dei testi i Trailer Trash propongono tematiche suggestive e tremendamente attuali (la guerra soprattutto in 12 Main Street, con le ombre del Vietnam, e la già citata Omaha Beach). Chissà che qualche incontro ravvicinato o qualche collaborazione con musicisti americani non gli faccia fare un salto di qualità
(Fabio Cerbone)